lunedì 9 febbraio 2009

Sul concetto di dittatura


Si è proprio Lui.
Questa foto non vi tragga in inganno. Non voglio insinuare il sospetto che Lui sia un filonazista. La foto ha ben altro scopo. Essa indica un particolare momento della vita nel quale veniamo coinvolti da passioni di cui ignoriamo le conseguenze e di cui siamo partecipi entusiasti. le dittaure si scoprono dopo, come tali. All'inizio si pensa al dittatore come al "risolutore" ,all'interno di una situazione sociale di malcontento e crisi. Siamo capaci di limitare le nostre libertà personali, offuscati dal miraggio di un bene comune, molto prossimo. Solo chi ha la visione "storica" della società, riesce ad intuire la china verso la quale tali atteggiamenti, "largamente condivisi" dalla popolazione, portano in modo irrimediabile. E chi intuisce e palesa tali intuizioni, viene visto dapprima come un pessimista, un negativo, un essere non utile alla costruzione del "sogno comune". E' un pericolo, perchè pone interrogativi, mentre "la parola è una, sola, categorica..." Chi comanda vede in lui un sabotatore e lo perseguita, perchè sa che il libero pensatore ha capito, nella foschia del pensiero unico, ha capito gli scopi ed i fini ultimi del nuovo patto sociale. La dittatura, allora, può ricorrere a diversi metodi di eliminazione dell'avversario: uno è quello che ricade nel concetto più alto di estetica della violenza: l'eliminazione fisica. Questo metodo può ripercuotersi negativamente verso chi la applica, provocando sentimenti di riprovazione. Il secondo metodo è quello della diffamazione, che è sufficentemente efficace, violento solo dal punto di vista verbale e fa perdere forza e credibilità alle azioni dell'avversario. E' arduo costruirlo se l'avversario è integerrimo. Il terzo metodo è quello più efficace e cioè è quello dell'esclusione. Attraverso una serie di impedimenti, si esclude l'avversario dalla vita economica , sociale, politica del paese, ammutendo la sua voce, rendendolo inesistente come cittadino. Questo metodo è non violento esteticamente per chi lo applica e passa inosservato al resto della popolazione. La dittatura può così agire indisturbata, perchè non ha più nemici e coloro che la subiscono, non la indicano come tale, non si rendono conto di starci dentro fino al collo e sono pronti a morire per essa, a morire.

3 commenti:

  1. le ultime due righe rendono bene l'idea..
    ma ratzi resta comuque un dittatore morbido.

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  2. il terzo metodo:
    il più subdolo.
    il più pericoloso.
    il più attuale.

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  3. scommetto che se potessimo vedere la sua mano sinistra sarebbe posta come quella destra: i sacerdoti impongono le mani, sapete?

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