mercoledì 4 febbraio 2009

The Autobus figure of shit


Novembre 1987
L`autobus che mi conduce da L`Aquila a Pescara risulta talvolta interessante a causa delle vicende su di esso accadute. Spesso non per mia volontà ma per un fato voluto dagli dei immortali. Passare per maniaco non e` mai stato uno dei miei sogni, ma l`opportunità di scrivere questo racconto, grazie a questo epiteto per un giorno, mi riempie di nostalgica commozione, manco fossi Pacciani. Mi trovo in una fredda sera di novembre, al ritorno verso la città universitaria. Sull`autobus, un vecchio Iveco azzurro dell`Arpa, dagli interni intrisi di odore di mozziconi, panini con la frittata e scoregge, vi sono pochi pendolari, qualche mesto forforoso cinquantenne impiegato in banca, un controllore con la panza causata da un eccesso di tacchino alla canzanese e fermentato, due racchie che hanno ricacciato il cappotto dall`armadio ai primi geli, il cui odore di antitarme è un ulteriore deterrente a qualsiasi approccio maschile. Mi siedo, come ogni giovane si rispetti, ha il dovere di fare, sui sedili retrostanti. Tra me e gli altri passeggeri, molte file di poltroncine vuote. Pregusto la serata tranquilla. Ho il walkman con un paio di cose dei Nuclear Assault e degli Omen, a me i Nuclear piacciono di più degli Anthrax e poi Dan Lilker e` l`eroe indiscusso dei SOD. All`altezza di Brecciarola, sale una formosa pulzella , dalla gonna attillata e dalle tette abbastanza gonfie da suscitare serotine erezioni nei giovani studenti. Si va a sedere davanti a me, lasciando tra noi l`intervallo di un posto vuoto. Nella semioscurità della luce azzurrognola emanata dai lampioncini dell`autobus, la pulza si rannicchia sul suo sedile per dormire, sporgendo pericolosamente le rotondità del suo bel culo, lungo il corridoio del mezzo. La gonna appositamente cucita per esaltare le curve gluteesche, e` leggermente sollevata, lasciando intravvedere un paio di slip da lap dancer. I miei occhi inadatti perfino alla guida diurna con lenti, si trasformano in raggi laser della ditta Same-Govj, di quelli che trovi in offerta sulle ultime pagine del “Monello” o di “Cronaca Vera”. Parte una sega mentale addolcita dall`ammortizzatore lungo del vecchio bus. Nel mezzo di questa onirica pippa, sale un uomo che si va immediatamente a sedere tra me e la giovane. Nessuno dei passeggeri che si trovano avanti, si gira a vedere il nostro trittico in fila indiana. Solo il controllore fa una passata per i biglietti, senza dire una parola. L`uomo davanti a me e` un bruno butterato con la faccia ai frutti di mare, sembra Bukowski giovane. Con il controllore, caccia una vocina tipo cattivo di Roger Rabbit, cosa totalmente inadatta al suo aspetto da pedofilo serial killer. Ha sicuramente fumato delle N80, alla fermata. Le N80 sono delle nazionali con filtro, caratterizzate da un sapore ed un odore dolciastro e persistente, che riesce ad attaccare le ghiandole sebacee della pelle di chi le fuma, trasformandolo in un posacenere lavato male. Nocive per il fisico e per i rapporti sociali, sono da preferire alle Lido blu o alle John Player Special, quest`ultima sigaretta considerata forse la sublimazione dell`essenza di una discarica di calzini sudati dell`esercito. Il giovane mi indispone, la sua presenza olezzante e lasciva, mi impedisce la visione culistica della pulzella. Mi addormento , nonostante il walkman con i Nuclear sia a palla. Nel torpore della sonnolenza metallica realizzo una voce di donna che recrimina ad alta voce: “ Levami le mani di dosso, porco!”. Mi sveglio di soprassalto e vedo la scena: Il maiale butterato non ha resistito al richiamo del culo giovanile, a differenza del sottoscritto, ha aderito al motto “pensiero ed azione”, allungando il suo nodoso arto tra i glutei della giovane, fino ad arrivare al vistoso rigonfiamento della topa, pinzando sagacemente e prontamente il morbido frutto. La giovane, al tatto, si e` svegliata di colpo, serrando le cosce, imprigionando le mani dell`attentatore, il quale lieto della nuova posizione raggiunta, ha iniziato a ritrarre ritmicamente la mano, sperando in un cambiamento di umore della pulza. La ragazza si alza di colpo e si rifugia tra le braccia del corpulento bigliettaio, il quale sopraggiunto nel frattempo, ha solo modo di dire: “che le sta dando fastidio, signorina?”, accompagnandola poi, tra i sedili dei primi posti. Rimaniamo dietro io ed il maniaco, con il principio di uccello infiammato. Secondo le leggi della figura di merda, chi la fa, si guarda bene dall`esporsi in pubblico subito dopo. Ma ci sono delle varianti che non vengono considerate. Chi Pratica spesso la figura di merda, conosce i metodi per uscirne alla grande. Poco dopo, infatti, il maneggiatore, forte del fatto che nessun passeggero si era girato a veder la scena di palpamento, si alza e si va a sedere davanti, vicino agli altri.. In quel momento si insinua in me una leggerissima preoccupazione. E` successo un fattaccio nelle retrovie, eravamo in tre, nessun testimone, sono rimasto da solo agli ultimi posti, sono io il colpevole. Verso la piana di Navelli, infatti, i passeggeri che prima avevano solo ascoltato la concitata richiesta di aiuto della pulzella, senza girarsi a veder chi fosse il bruto, iniziano a prendere coraggio e nella semioscurità li vedo girarsi verso il retro del bus, ad inquadrare l`unico passeggero, cioè io. Ad una iniziale ricognizione visiva da parte di tutti i passeggeri a turno, inizia il terrore della “figure of shit”, che mi attacca le membra, ghiacciandomi la schiena. Incominciano le guardate secondarie. C`e` una matura zitellona , più brutta del cruscotto di una Innocenti, che si gira scuotendo il capo con espressione di disappunto. Il tutto contornato da una maligna omertà del controllore, unico vero testimone, capace di scagionarmi da questo terribile equivoco. Raggiungo il top dell`orrore, qualcosa di simile alle ultime frasi dei racconti di Poe, quando anche il maniaco, in un atto sublime della sua tecnica, probabilmente adottata con successo su altri mezzi pubblici, si gira anche lui apostrofandomi con mugugni tipo, “ah, che roba” oppure “che tempi”. Sono alla frutta. Dovrei scendere al Torrione ma mi trovo a Collemaggio. Suono il campanello, Mi viene aperta, Forca Caudina, solo la portiera anteriore. Sarò costretto a passare in mezzo a tutta quella gente...No! Chiudo gli occhi tra le offese ed i rimproveri generali, esco, perdendomi nella notte. Solo un bastardo butterato, si gira salutandomi attraverso il vetro, con la mano ed un sorriso luciferino tra i denti d`oro.

4 commenti:

  1. AHahahaH!!! No!!! Sul serio? Insomma è un racconto VERO oppure una geniale ispirazione?

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  2. Trattasi di pura verità. Ma aspettate ed avrete un'altra avventura da autobus...

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  3. Ed allora c'è da riconoscere che il maniaco è stato un fenomeno!

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  4. Giovanni me l'aveva raccontato questo "accaduto"...e mi aveva consigliato di venire a leggere con i miei occhi per riderne un pò. Aveva ragione... fenomenale. Strano come la realtà, a volte, superi la fantasia eh?!

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