L'ho visto quello che succederà. Il nostro teatro darà i suoi frutti ai politici locali. Nuovi orizzonti si apriranno agli amici sfaccendati. Posti da occupare e nei quali occupare il tempo ad attaccare caccole sotto la scrivania di uffici pubblici, sottratti a più onorevoli iniziative di cittadini volenterosi. L'orda mediocre degli uomini acculturati solo grazie alle prefazioni dei "Nuovi temi svolti per l'esame di maturità", marzullerà le folle, grazie a pessimi manifesti di vacui eventi. Si cambia nome, si cambia la casacca, a forza di non voler dire quello che si voleva dire, si finisce per avere ragione sempre e comunque. La verità è che nessuno è all'altezza dei compiti assegnati. Questo non esiste nella barra opzioni. Negare sempre, mostrare limiti mai. Così, scialbi individui entrano in teatro con le pantofole, come fossero nell'antibagno di casa propria. Essi comandano, organizzano hanno "idee", anche se le hanno carpite agli altri. La non memoria collettiva sfumerà le loro nullità, storicizzerà la superficie delle loro creature. Così il mediocre, tra mezzo secolo, sarà "quello che fatto tanto per la nostra città", non sapendo che, in verità, mezzo secolo prima, non aveva fatto proprio niente, ma lo aveva fatto così bene...
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