venerdì 30 gennaio 2009

L'avvocato


L’avvocato è alla porta e bussa dopo essersi sfregato le mani, rosee e sudaticce.Un rantolo mi basta, per dargli permesso di entrare. Sto tentando una naufragante esperienza sulla pala. La pala è un assaggio della vecchiaia che temo, dove figlie indaffarate, mi lasciano a marcire, in un ospizio di provincia, pieno di suore violente. L’avvocato ride. E’ sempre all’erta. Siede comodo sulla poltrona e legge la mia cartella clinica. Ha la finzione del distratto e l’attenzione del macchinatore d’intrighi. E’ magnanimo con i fedeli e sgradevole con coloro che scoprono la nefandezza incipriata del suo sepolcro. Ha la simpatia filmica del consigliere fraudolento ed il candore tepore del demone in attesa di affondare i denti nelle carni molli dei neonati. L’avvocato concepisce l’unico diritto: il suo. E’ giustamente sprezzante con i sottomessi,pronti a pugnalarlo non appena si sia voltato e arrogante con i questuanti, perchè la vittima, talvolta, è peggio del carnefice. Eli viene tradito, perchè ogni cosa la fa, solo per il bene degli altri. Nelle penombra di una chiesa o sotto l’ala di carta di un libro di salmi, prega, l’avvocato. pensa a Dio, come Dio, per Dio, per il Dio se stesso con ii dito creatore puntato su se stesso. Un Dio pensatore dei difetti, perchè il difetto è del Dio perfetto che crea il suo contrario. Ma l’avvocato sa, che essere alquanto imperfetti,, rende umani agli occhi del profano. Parlano male dell’avvocato gli altri, perchè hanno la sua natura dentro, ma non hanno il coraggio di sbucciarla ed offrirla agli altri come fa lui. Se il Dio è in lui, è lui la sua e la chiesa. Ogni colpa, egli lava in casa sua, con la mano nell’acquasantiera...quella mano messa con il terrore che quell’acqua si trasformi in acido o bocca della verità. Infatti l’avvocato ci bagna appena le dita. La maschera dell’avvocato passa per l’ostia ed una pettinatura ordinata di fresco. Ha l’ulcera. Il suo alito, annebbiato dai furori del dopopranzo, tracima sui nemici, annega colleghi, confonde dubbiosi,. L’avvocato sa tutto. Non legge. Come una spugna, attira liquidi cerebrali altrui e li gioca a carte sul tavolo dei mediocri, come pepite a rinfocolare speranze di erranti cercatori. Nulla esiste di scritto sulla carta, se non può essere versato sul suo conto corrente. Si può guadagnare proporzionalmente al numero di pagine della cartella clinica. L’avvocatura è il più bieco esercizio della cattiveria umana. Per legge, si riescono a trasformare aliti di bugia. L’investitore è giovane. Non è fuggito. Ha la patente fresca, ma soprattutto ha pochi soldi per comprare uno di loro. Se è la vittima ad avere pochi soldi, allora l’avvocato, presenta il menù delle possibilità.: il prezzo stabilisce le soluzioni, indirizza sentenze. L'avvocato è mio amico. L'avvocato non risolverà i miei problemi perchè non si farà pagare, in quanto amico. E un avvocato che non si fa pagare, non vince

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