sabato 30 maggio 2009

Crociera del Vate




Settembre, andiamo. E' tempo di migrare.
Ora in terra d'Abruzzi i miei pastori
lascian gli stazzi e vanno verso il mare:
scendono all'Adriatico selvaggioche verde è come i pascoli dei monti.

Han bevuto profondamente ai fonti
alpestri, che sapor d'acqua natía
rimanga ne' cuori esuli a conforto,
che lungo illuda la lor sete in via.
Rinnovato hanno verga d'avellano.

E vanno pel tratturo antico al piano,
quasi per un erbal fiume silente,
su le vestigia degli antichi padri.
O voce di colui che primamente
conosce il tremolar della marina!

Ora lungh'esso il litoral cam
mina
la greggia. Senza mutamento è l'aria.
il sole imbionda sì la viva lana
che quasi dalla sabbia non divaria.
Isciacquío, calpestío, dolci romori.

Ah perché non son io cò miei pastori?

(Silvio Berlusconi)

Foto da "The Magic Christian" (Peter Sellers, Ringo Starr, Yul Brinner, Roman Polanski, Cristopher Lee, Raquel Welch, John Cleese)

sabato 23 maggio 2009

Ciccione della Pianura Padana 1987



(Continua dal post del 26 Aprile)
L`affiatamento tra me e Marco si rafforza con il primo concerto degli Slayer a Milano. Il concerto degli Slayer rappresenta un evento storico per molti motivi: e` la prima data in assoluto degli Slayer in Italia, e` la tournè di uno dei più importanti dischi per la storia dell`heavy metal, e` la prima volta che mi distruggo pogando. L`Equipaggio della missione e` un trio pericoloso: il sottoscritto, Alberto e Marco. Decidiamo di partire, andando fino in macchina a Roma, prend
endo il treno Roma Firenze Bologna, e beccando il Milano Lecce a Bologna. E` un giro del kazzo ma non ce ne può fregare di meno. Il mezzo del primo tratto sarà una ritmo grigi scassatissima di Alberto, piena di pezzi di ricambio del motore unti e arrugginiti. Partiamo verso le sette di mattina, bevendo pessimo whisky e fumando h. lungo la tratta autostradale. La ritmo di Alberto e` un mezzo infernale. Riesco a capire ora la maledizione che ha gravato sulla famiglia Agnelli. Sono migliaia di automobilisti in tutto il mondo. Parcheggiamo la macchina già visibilmente ubriachi nei pressi della Stazione Termini. Sul treno, incontriamo qualche metallaro e riusciamo a piazzarci tutti insieme in uno scompartimento per “fumatori”. Il controllore non entra per pudore. A Bologna l'h. finisce e bisogna approfittare della coincidenza per andare a comprarlo da qualche marocchino per Bologna. Ho le tasche piene di h. in men che non si dica, sembro un misto tra un cammelliere ed un turista di Ibiza. Sul treno troviamo posto, purtroppo, nello scompartimento non fumatori di fronte ad una coppia di vecchietti che vanno dai figli a Milano. Estraggo le mie capacità oratorie, creando empatia con il nonnetto, ricordandogli quando le sigarette si facevano a mano. La faccia del vecchietto si illumina. Mi ricorda della guerra. Gli faccio notare che noi siamo dei tradizionalisti e che le sigarette le amiamo come una volta, schiaffandogli la cartina ed il tabacco sotto il naso. Gli spiego, poi, che noi abbiamo una variante alla sigaretta all`antica e cioè quella dell`addizione di un tabacco olandese dal penetrante aroma. Detto questo estraggo un pezzo di h. dalla tasca e lo metto in mano al nonno. Il nonno mi pare interessato. Alberto e Marco fuggono dallo scompartimento , tentando di soffocare una risata mista al terrore della polizia ferroviaria. Il metallaro rollatore che ho incontrato a Bologna rimane impassibile, levando il pezzo dalla mano del nonno e iniziando a confezionare un ciccione di categoria sopraffina. Solo dopo un quarto d`ora, circondato da nebbie pakistane, il vecchietto tenterà di defilarsi, in preda a strane e piacevoli sonnolenze. Intanto inizio a stare male. Vado in bagno e vomito, vomito, vomito quello che non ho ancora mangiato. Sento arrivare inesorabile il collasso, con conseguente trasporto al pronto soccorso e andata a puttane del concerto. Devo trovare una soluzione. Alla fine, disperato, metto la testa fuori dal finestrino per quaranta chilometri fino a Milano Centrale, meno male che e` caldo.


venerdì 15 maggio 2009

Berlusconi - Fantomas!



Ecco chi si nasconde sotto il volto sorridente del nostro premier! Guardate l'attaccatura dell'orecchio, la fronte ampia, l'occhio penetrante! E' lui il nemico giurato di Jean Marais e Luis De Funes!

venerdì 8 maggio 2009

La patente del kazzo 1987


Di solito mi siedo in soggiorno dopo pranzo, dove ho una vecchia pipa che ho imparato a fumare in modo totalmente errato. Aspiro profondamente il fumo che ne scaturisce, ciò prostrandomi in uno stato di torpore liquido e postsega, accostabile alle magiche pozioni di “Paura e delirio a Las Vegas”. Il tutto associato ad abbondanti libagioni di pessimo lambrusco da supermercato, che data la giovane eta` e l`ignoranza in materia, reputo essere vino di classe, non sapendo che di vino, all`interno delle bottiglie ce ne sia ben poco, sostituito da strane polveri di scarto di altoforno. La mia specialità sono delle squallide fettuccine all`uovo con ragu` ottenuto dalla soffrittura di pancetta e salsicce in litri d`olio e chili d`aglio, ottenendo una mistura capace di otturare le arterie in decimi di secondo, ma soprattutto ottenendo la scusa “blocco del traffico”. Questi pasti consentono di non cagare per tre giorni. In passato ho tentato di acquistare le lasagne pronte, ma i risultati sono stati da ricovero per un intero ostello di studenti. Invece di sbollentare le lasagne per poi metterle nella pirofila, ho pensato di condirle con il sugo e di metterle in forno direttamente. Dopo un`ora , constatando la crudita` totale delle stesse tipo onduline di eternit, le ho mangiate insieme ad i miei compagni di sventura, rimanendo bloccato sul letto fino a sera in preda a forti dolori addominali e meteorismo a base di gas solforosi. Questa dieta universitaria, quando non sia associata alla frequentazione della mensa a mille lire, provoca la formazione di un addome che non necessariamente coincide con un ingrassamento generale. L`aspetto che si ottiene e` quello tipico del carpentiere che conosce solo l`utilizzo della birra come dissetante, cosce e mani sufficientemente magre e toniche, panzetta scesa e rotonda, che si abbronza alle prime scamiciate estive, porchettandosi leggermente se è glabra. Forte delle mie nozioni di cucina, decido di invitare il Rossi e company nel salotto buono. La cena si trascina miseramente tra il baccano licenzioso dei commensali che ammiccano peccaminosamente nei confronti della vecchia badante. Si fanno rozze insinuazioni sul fatto che io sovente possa consolare con prestazioni sessuali la sua vetusta solitudine, ribadisco la mia totale estraneita` ai fatti e confermo la ricerca di pelo giovanile possibilmente iseffino. Per evitare la devastazione delle antiche suppellettili, propongo un`iniziativa che subito raccoglie consensi tra i celebranti: un pornazzo al cinema , visto in gruppo. Siamo una decine e ci rechiamo chiassosi verso l`ultimo spettacolo. Nella sala poche persone sparse si vedono rimanere in gola la soporifera sega prima della nanna. Il film si intitola “ Donne inquiete” e rappresenta l`ultima scala della qualità amatoriale dal punto di vista scenografico, cinematografico e letterario. La trama e` quantomeno risibile come può esserlo la vita di Emilio Fede: Una prostituta ricercatrice installa telecamere nella sua alcova di lavoro per riprendere vizi e virtù sessuali dei suoi clienti. Finirà malmenata da un maniaco che la sottoporrà a pratiche anali ed orali sfiancanti ed ossessive, Inutile raccontare il volume sonoro dei nostri commenti e delle nostre risate, il che innervosisce gli altri spettatori, i quali più volte ci intimano di stare zitti, perchè non riescono a seguire i dialoghi, manco ai cinema d`essai. Nel trambusto di qualcosa che non ci riesce a provocare neanche una timida erezione ma solo una bromurosa ilarità, ci dimeniamo sulle poltroncine del cinema. Solo la mattina dopo mi accorgo di aver smarrito la patente e mi rendo conto amaramente che l`unico posto dove questo e` avvenuto può essere stato solo il cinema. Con estrema mestizia, sono costretto ad una pericolosa ricerca tra i sedili della sala, dove alcuni addetti alle pulizia, coscienti della programmazione serale in corso, riescono ad equivocare malignamente la cinematica dello smarrimento dei miei documenti. Dopo aver incontrato una serie di sborrate quasi secche, trovo i miei documenti intonsi e me ne vado tra il rossore, ritenendo fiato sprecato il tentativo di giustificarmi davanti a madri di famiglia con lo straccio in mano.

venerdì 1 maggio 2009

La prima volta

La prima volta che l'ho tradita, è stato all'inizio del 2009. A capodanno ero stato con lei tutta la notte, davanti a tutti, a raccontare la nostra storia che durava ormai da ventisette anni. Con lei gli inizi furono quelli di due sconosciuti che hanno sempre vissuto vite parallele. Ci incontrammo perchè volevo essere come gli amici che stimavo e che già ne possedevano una. All'inizio mi chiudevo in camera con lei ma, come tutti gli adolescenti, al desiderio subentrava una impossibilità di stare con lei completamente. Era come un frutto duro da sbucciare, il quale al suo interno, possiede dolci segreti. Iniziò una lunga lotta fatta di lasciare e prendere. Con lei non andavo mai alle feste e tutti mi chiedevano come mai. Non mi sarei mai permesso di mostrarla agli altri, troppo pudore, troppa vergogna. Poi iniziai timidamente a confrontarla con le altre. Riusciì finalmente a portarla con me al primo concerto. Fu una serata indimenticabile, avevo diciassette anni. Ci giurammo amore eterno. Ero solo all'Università e lei era la mia unica compagna. Lì sul letto la prendevo quando ne avevo voglia e lei era sempre disponibile, senza chiedere mai nulla in cambio. Mi salvò dalla pazzia. Da lei potevo ottenere l'oblìo. Tornai dai miei ed iniziai una nuova vita insieme a lei. Eravamo una cosa sola, in tutte le situazioni. Molti iniziarono a conoscermi grazie a lei ed in seguito la sua presenza riuscì a salvare dai problemi economici. Era insostituibile. Nonostante fossi sposato, c'era posto anche per lei nella mia vita e non mi faceva pesare questa condizione. Quando c'era qualche evento, io ero con lei e tutti sapevano che da lei avrei potuto dare qualcosa anche agli altri. Tutti i giorni, per questi ventisette anni. Di colpo, il due gennaio duemilanove, la prendo come ogni giorno. Provo un brivido. Da lei non esce nulla. Ne' emozioni nè sensazioni. La lascio lì. La chiudo. La tolgo dalla mia vista, dalla mia casa. Mi sento tradito da lei o forse sono io che l'ho tradita. Non la vedo più per tre mesi. Tutti a casa sono sconvolti dalla sua assenza: mia moglie, le mie figlie. Loro mi hanno conosciuto sempre con lei e non comprendono. Non comprendono questo individuo che di colpo si priva di qualcosa che è indissolubilmente legato alla sua vita. Sabato scorso però, ho capito che non potevo fare a meno di lei e lei mi ha accolto di nuovo come una vecchia amante la quale aspetta con pazienza l'amato, sapendo bene che lui, tornerà. Così, quando ho attaccato il jack sul palco, davanti a tutti e tutti hanno applaudito, è stato di nuovo amore. Io e la mia chitarra.