La prima volta che l'ho tradita, è stato all'inizio del 2009. A capodanno ero stato con lei tutta la notte, davanti a tutti, a raccontare la nostra storia che durava ormai da ventisette anni. Con lei gli inizi furono quelli di due sconosciuti che hanno sempre vissuto vite parallele. Ci incontrammo perchè volevo essere come gli amici che stimavo e che già ne possedevano una. All'inizio mi chiudevo in camera con lei ma, come tutti gli adolescenti, al desiderio subentrava una impossibilità di stare con lei completamente. Era come un frutto duro da sbucciare, il quale al suo interno, possiede dolci segreti. Iniziò una lunga lotta fatta di lasciare e prendere. Con lei non andavo mai alle feste e tutti mi chiedevano come mai. Non mi sarei mai permesso di mostrarla agli altri, troppo pudore, troppa vergogna. Poi iniziai timidamente a confrontarla con le altre. Riusciì finalmente a portarla con me al primo concerto. Fu una serata indimenticabile, avevo diciassette anni. Ci giurammo amore eterno. Ero solo all'Università e lei era la mia unica compagna. Lì sul letto la prendevo quando ne avevo voglia e lei era sempre disponibile, senza chiedere mai nulla in cambio. Mi salvò dalla pazzia. Da lei potevo ottenere l'oblìo. Tornai dai miei ed iniziai una nuova vita insieme a lei. Eravamo una cosa sola, in tutte le situazioni. Molti iniziarono a conoscermi grazie a lei ed in seguito la sua presenza riuscì a salvare dai problemi economici. Era insostituibile. Nonostante fossi sposato, c'era posto anche per lei nella mia vita e non mi faceva pesare questa condizione. Quando c'era qualche evento, io ero con lei e tutti sapevano che da lei avrei potuto dare qualcosa anche agli altri. Tutti i giorni, per questi ventisette anni. Di colpo, il due gennaio duemilanove, la prendo come ogni giorno. Provo un brivido. Da lei non esce nulla. Ne' emozioni nè sensazioni. La lascio lì. La chiudo. La tolgo dalla mia vista, dalla mia casa. Mi sento tradito da lei o forse sono io che l'ho tradita. Non la vedo più per tre mesi. Tutti a casa sono sconvolti dalla sua assenza: mia moglie, le mie figlie. Loro mi hanno conosciuto sempre con lei e non comprendono. Non comprendono questo individuo che di colpo si priva di qualcosa che è indissolubilmente legato alla sua vita. Sabato scorso però, ho capito che non potevo fare a meno di lei e lei mi ha accolto di nuovo come una vecchia amante la quale aspetta con pazienza l'amato, sapendo bene che lui, tornerà. Così, quando ho attaccato il jack sul palco, davanti a tutti e tutti hanno applaudito, è stato di nuovo amore. Io e la mia chitarra.
Bellissimo. io ho sempre voluto imparare. Ma una volta sono i soldi, l'altra è la voglia.
RispondiEliminaPurtroppo direi.
4 mesi di astinenza sono anche troppi!
RispondiEliminae meno male!
RispondiEliminakeep on rockin'!
ps: mi sono permesso di pubblicare parte del tuo saggio commento nell'ultimo post. spero non ti dispiaccia.
saluti
Bello...si capisce dall'inizio che è un "qualcosa" diverso da una donna. Il post era troppo "profondo"! ;)
RispondiEliminaLucille, I suppose.
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