venerdì 8 maggio 2009

La patente del kazzo 1987


Di solito mi siedo in soggiorno dopo pranzo, dove ho una vecchia pipa che ho imparato a fumare in modo totalmente errato. Aspiro profondamente il fumo che ne scaturisce, ciò prostrandomi in uno stato di torpore liquido e postsega, accostabile alle magiche pozioni di “Paura e delirio a Las Vegas”. Il tutto associato ad abbondanti libagioni di pessimo lambrusco da supermercato, che data la giovane eta` e l`ignoranza in materia, reputo essere vino di classe, non sapendo che di vino, all`interno delle bottiglie ce ne sia ben poco, sostituito da strane polveri di scarto di altoforno. La mia specialità sono delle squallide fettuccine all`uovo con ragu` ottenuto dalla soffrittura di pancetta e salsicce in litri d`olio e chili d`aglio, ottenendo una mistura capace di otturare le arterie in decimi di secondo, ma soprattutto ottenendo la scusa “blocco del traffico”. Questi pasti consentono di non cagare per tre giorni. In passato ho tentato di acquistare le lasagne pronte, ma i risultati sono stati da ricovero per un intero ostello di studenti. Invece di sbollentare le lasagne per poi metterle nella pirofila, ho pensato di condirle con il sugo e di metterle in forno direttamente. Dopo un`ora , constatando la crudita` totale delle stesse tipo onduline di eternit, le ho mangiate insieme ad i miei compagni di sventura, rimanendo bloccato sul letto fino a sera in preda a forti dolori addominali e meteorismo a base di gas solforosi. Questa dieta universitaria, quando non sia associata alla frequentazione della mensa a mille lire, provoca la formazione di un addome che non necessariamente coincide con un ingrassamento generale. L`aspetto che si ottiene e` quello tipico del carpentiere che conosce solo l`utilizzo della birra come dissetante, cosce e mani sufficientemente magre e toniche, panzetta scesa e rotonda, che si abbronza alle prime scamiciate estive, porchettandosi leggermente se è glabra. Forte delle mie nozioni di cucina, decido di invitare il Rossi e company nel salotto buono. La cena si trascina miseramente tra il baccano licenzioso dei commensali che ammiccano peccaminosamente nei confronti della vecchia badante. Si fanno rozze insinuazioni sul fatto che io sovente possa consolare con prestazioni sessuali la sua vetusta solitudine, ribadisco la mia totale estraneita` ai fatti e confermo la ricerca di pelo giovanile possibilmente iseffino. Per evitare la devastazione delle antiche suppellettili, propongo un`iniziativa che subito raccoglie consensi tra i celebranti: un pornazzo al cinema , visto in gruppo. Siamo una decine e ci rechiamo chiassosi verso l`ultimo spettacolo. Nella sala poche persone sparse si vedono rimanere in gola la soporifera sega prima della nanna. Il film si intitola “ Donne inquiete” e rappresenta l`ultima scala della qualità amatoriale dal punto di vista scenografico, cinematografico e letterario. La trama e` quantomeno risibile come può esserlo la vita di Emilio Fede: Una prostituta ricercatrice installa telecamere nella sua alcova di lavoro per riprendere vizi e virtù sessuali dei suoi clienti. Finirà malmenata da un maniaco che la sottoporrà a pratiche anali ed orali sfiancanti ed ossessive, Inutile raccontare il volume sonoro dei nostri commenti e delle nostre risate, il che innervosisce gli altri spettatori, i quali più volte ci intimano di stare zitti, perchè non riescono a seguire i dialoghi, manco ai cinema d`essai. Nel trambusto di qualcosa che non ci riesce a provocare neanche una timida erezione ma solo una bromurosa ilarità, ci dimeniamo sulle poltroncine del cinema. Solo la mattina dopo mi accorgo di aver smarrito la patente e mi rendo conto amaramente che l`unico posto dove questo e` avvenuto può essere stato solo il cinema. Con estrema mestizia, sono costretto ad una pericolosa ricerca tra i sedili della sala, dove alcuni addetti alle pulizia, coscienti della programmazione serale in corso, riescono ad equivocare malignamente la cinematica dello smarrimento dei miei documenti. Dopo aver incontrato una serie di sborrate quasi secche, trovo i miei documenti intonsi e me ne vado tra il rossore, ritenendo fiato sprecato il tentativo di giustificarmi davanti a madri di famiglia con lo straccio in mano.

1 commento:

  1. Tempi eroici cui si sopravvive solo per i 20 anni. Un anno di dieta a base di pizzotella, maionese e crackers, ed una volta, l'ultima, che siamo andati a vedere un porno in gruppo all'ultimo spettacolo nell'ultimo cinema porno della città per rompere le palle ai pippaioli. Ci siamo seduti in prima fila, eravamo sette o otto e dopo una ventina di minuti di shignazzi abbiamo aperto gli ombrelli a ripararci dagli schizzi che provenivano da dietro. I pippaioli non hanno apprezzato il nostro senso dell'umorismo e ce ne siamo scappati piegati in due dalla risate.
    Poi i tempi sono cambiati.

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