domenica 2 agosto 2009

Learning to crawl

A sera, durante l'estate, mio padre talvolta, arrivava in spiaggia. Non sapevo nuotare. Mi caricava sulle spalle e iniziava a nuotare. Non avevo paura. Mi appariva enorme, tranquillo, uno di quei grossi capodogli dei racconti di mare, oppure il tonno che salva Pinocchio e Geppetto dalle fauci del pescecane. Oggi sono andato a nuotare "all'acqua alta" con mia figlia maggiore. Ha imparato da qualche giorno. Fa ancora poche bracciate, ma ormai ha vinto la paura del profondo e si tuffa allegra. Quando è stanca mi si attacca al collo ed ora posso capire la sensazione di mio padre quando sentiva il mio corpo di bambino sulle spalle. Molte persone cercano disperate la formula della felicità fino a morire insoddisfatte. A me basta poco.

4 commenti:

  1. "Felicità"... Seneca la definiva come "Assenza di dolore".
    Ma questo non basta all'Uomo, lo stato di Felicità, passa attraverso quelle sensazioni che ci percorrono improvvise e difficili da trattenere.
    Attimi unici e irripetibili in cui non sai se urlare o piangere, perchè la gioia che proviamo è tanta, proprio come quando un figlio si affida a noi trasformandoci nel centro del loro universo.
    Hai ragione, riconoscere "Quel" momento è difficile, e sicuramente non è poco.
    Felice per te.

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  2. una montagna di parole tra noi e la vita, i bambini ci riportano leggeri all'essenza.
    Come sempre bravo
    Fabrizia

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  3. Giusto ieri pensavo a come sarebbe vuota e un po' priva di senso la mia vita senza i miei due figli. E non capisco quelli che non sopportano i bambini nè le donne che non vogliono averne.

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