venerdì 5 giugno 2009

Party'til you puke! 87 - 88


Nasce la prima idea di passare il capodanno 87 - 88 insieme a L`Aquila. Riusciamo a convincere R. ad usare il piano di sotto di casa sua, quello che ridà sul giardinetto. Una intera stanza viene adibita a cambusa alcoolici. Tra amici racimoliamo una somma pari a ottocentomila lire, da spendere nelle varie gradazione dei colori dell`arcobaleno. Abbiamo la tessera dell’ingrosso di un nostro amico che ha un alimentari e con quella cifra sbanchiamo. C`e` di tutto: dal Campari, allo spumante, al gin, al cognac, arrivando perfino a qualche cimelio da scaffale quale Don Bairo o Cremidea Beccaro. L`intenzione e` quella di passare tutta la notte nella bolgia dell‘appartamento di R. , bevendo e cercando qualche scopata senza nome. Non esiste cenone, perchè non serve mangiare quando lo stomaco deve essere riempito di altre cose. Mi presento con un abito porta sfiga, tipo blackettaro, avendo osato perfino utilizzare i bigodini di mamma per una permanente tipo batterista di Vinnie Vincent. Ovviamente arrivo già “bevuto“. Verso le 23,00 siamo ancora nella fase positiva della festa, dove tutti ballano e tutti caricano i fegati con la scorta della stanza del tesoro. Si beve di tutto, sotto qualsiasi proporzione, indiscriminatamente, maschi e femmine. Nella notte, piccoli incendi provenienti da cannoni ben carichi, illuminano gente in circolo che ride, infreddolita. Come prevedibile, allo scoccare della mezzanotte, la festa prende la piega peggiore, nel momento in cui l`alcool ha il sopravvento, sulle già fragili barriere inibitorie dei presenti. Sotto la sulfurea compilation del sottoscritto, a base di Beastie Boys e Celtic Frost elettronici, parte il palpeggiamento ando` cojo cojo. Ogni culo dalle sembianze femminili viene strizzato, ogni cosa che produce fiamma viene fumata, ogni sostanza poggiata sui tavolini, viene assunta attraverso i diversi orifizi del corpo umano. Nelle sbattere di porte di camere da letto, coppie in preda a furiosi attacchi di libidine, si trascinano sui letti coperti da cappotti e giacche, per spargere effluvi d`amore, dannazione di ogni smacchiatore. C`e` anche chi si porta del lavoro a casa o in macchina svuotando la festa. Inizia la fase di rigetto. C`e` vomito. Una poltiglia acida, ricopre i pavimenti di marmo della natia casa di R. Altri vomitano in giardino, si vomitano sulle scarpe, sule giacche. Assaltano l`unico bagno presente nell`appartamento, fortezza nella quale si è rifugiato il C. Il C. è uno studente il Giurisprudenza, smilzo e sorridente, ma con un fegato da farci patè de foie gras utile per un ricevimento all’Eliseo. Lo vediamo, dal buco della serratura, abbracciare la tazza del cesso, in cerca del conato risolutore.. B. intanto collassa. Un mix totale di varie sostanze da sollazzo, lo fanno precipitare in un deliquio, orrido baratro di contrazioni senza esito e respiri mozzati. Evacuiamo il bagno dall`inutile C., dopo un’effrazione alla tenente Sheridan e cerchiamo di far vomitare B. Ma B. vuole cacare. Riusciamo a calargli le braghe e lo teniamo in due sulla tazza. Niente da fare, e` un`anguilla, un`anguilla di Comacchio. Tutto si fa all`improvviso offuscato. Cade il ricordo. Con una temperatura che è scesa di molto sotto lo zero, solleviamo in due B., seminudo e tentiamo di uscire da quella casa degli orrori. Nella gelida notte aquilana, sparsi, per il giardino, ci sono i corpi di varie persone completamente sbronze, che dormono, senza fare una piega. Portiamo B. in una squallida mansarda di proprietà della cugina, dove smaltirà la sbornia verso le diciotto del 1° gennaio. La festa finisce per k.o. alle ore 0.45, roba che mio nonno, alla stessa ora, e` ancora in balera a sgambare.


2 commenti:

  1. fantastico! temo di essere stato protagonista di numerosi capodanni come quello che hai descritto..
    in un capodanno a genova, girando per i vicoli, mi addormentavo in piedi appena ci fermavamo. poi mi svegliavano e io ripartivo sbraitando più di prima...
    mi mancavano però i celtic frost elettronici...
    saluti

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  2. Forse era proprio quell'anno lì che abbiamo rubato le chiavi della casa al mare ai genitori di uno di noi e l'abbiamo devastata in meno di due ore. Alla mezza era già tutto finito, (meglio bruciare in fretta che spegnersi lentamente!). Ci sono poi volute quattro ore per ridare una parvenza di ordine all'alloggio.
    Il capodanno più sgualfo che ricordo!
    Anni '80.....bleah!

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