Sto invecchiando insieme a mia moglie. Non è quella vecchiaia che vediamo così lontana , dove canuti individui piegati sulle loro schiene, stanno seduti al sole delle panchine nei parchi. La osservo ogni giorno cambiare. Nel volto, nei fianchi, nelle pieghe delle pelle. Poi osservo me stesso e noto anche i miei cambiamenti. Alla fine penso che il nostro tempo sia unico. Il suo invecchiamento è il mio. Non potrei mai sopportare una persona senza la mia storia sul suo corpo. Così penso ai brani che le potrei dedicare . Non riesco a fissarne alcuno. Ci siamo incontrati mentre suonavo, la mia musica è la sua (non sempre). Se dovessi perderla, non riuscirei più a sentire nessuna canzone.
Gran bel post, commovente, grazie della dedica. Mi hai toccato su un argomento su cui rifletto spesso. Forse io non ho ancora imparato ad accettare l'invecchiamento, il mio come quello di tutto. Nessuna sindrome di Peter Pan, per carità: non avrei fatto dei figli nè mi sarei preso delle responsabilità. La mia grande paura è che il cambiamento di cui tu parli sia un peggioramento, un deterioramento (e non sto parlando di rughe e pancietta). Non mi lascio stare perchè invecchiando, ok, voglio migliorare, in qualche modo, in tutto. Mi angoscia il senso di declino inevitabile, tutto lì.
RispondiEliminaPS Anche io ho conosciuto mia moglie mentre suonavo in un locale, tra l'altro. Hai fatto leggere a tua moglie questo post? Mi sembra da incorniciare.
PPS Ti metto nei miei preferiti (links)
Alla prossima
Io non c'entro nulla nello specifico, ma grande post.
RispondiEliminabello bello bello... fortunata la tua compagna
RispondiEliminaStupende. Parole Stupende....
RispondiEliminaCaro Gianluca,finalmente e, purtroppo, solo oggi sono riuscito ad accedere al tuo blog. Ho divorato ,come sempre mi accade , i tuoi scritti . Sono semplicemente meravigliosi. Non e' stata una sorpresa ma ogni qualvolta ti leggo scopro una parte di te e della tua anima. La tua grande sensibilita' d'animo e' pari alla bellezza dei tuoi scritti. Non poteva essere altrimenti. Sei il figlio del mio Amico (per me Bud ed io per Lui Marx) ed in molti tuoi tratti me lo ricordi. Gli volevo un bene dell'anima e mi manca ancora tanto . Specialmente adesso che ritorna l'autunno, periodo propizio per le nostre chiacchierate . Continua a scrivere come sai ; nei tuoi scritti rivivo la mia gioventu'.
RispondiEliminaSe non la leggevo di nuovo..ero inqiueta.Bellissima lei, la foto, le emozioni che traspirano dalle parole..un pò meno lui.;).regina
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